1. |
Maledetta primavera
01:20
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2. |
Pareti
05:21
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Corridoi senza una via d'uscita
dove mi trovo? Non è casa mia
Stai nei limiti
hanno tutti a cuore la tua salvezza
sorvegliano vigili
e sulla zona grigia non si muove più una foglia
Ho messo piede fuori da qui che del mondo non avevo
che un ricordo come di un vecchio film, un posto abbandonato in esaurimento
Qualcuno è sordo
altri voglion solo ciò che passa il convento
ma indietro non ci torno
meglio una vita da Cassandra che soltanto un giorno là dentro
Conosco la nozione per cui ognuno ha i propri limiti
ciascuno nel toccarli il suo patibolo
A testa alta sbatterai contro tutti gli spigoli
girando come in trappola nel buio
Pareti muri ostacoli mi riempiono di lividi
qualcosa ci ha divisi come un bivio
Non ricordo tutta l'energia
i miei vent'anni non erano ieri
con un po' di senno e di ipocrisia
mi avrebbe aperto tutti i sentieri
Stai nei limiti
hanno tutti a cuore la tua salvezza
sorvegliano vigili
e sulla zona grigia non si muove più una foglia
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3. |
Il nostro tempo
04:51
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C'era all'inizio solo un turbine di umori
avresti fatto a pezzi il mondo intero
Ognuno ha colpe e in fondo non eri da meno
a startene come un randagio per i tuoi anni migliori
Ti erano cari i frutti amari dell'inverno perché ogni rosa ha le sue spine
e la città sembra un girone dell'inferno
ma se ti spezzi il cuore a maggio mamma mia che brutta fine
Di nascosto in ogni gesto ti imploro
resta ancora qui con me per un momento
Te ne vai con un sorriso, resto solo
io e le parole che mi son tenuto dentro
Ci avevan detto di tenere alta la testa, ma piano piano la si china
perché la vita ha tutto il tempo che c'è al mondo e anche tu sei una sua pedina
Ci sono quelli che non sanno di che parlo
come alle bestie gli è facile il respiro
Si è fatta sera, un altro cielo trascolora
è come stare appesi a un filo, ma con te la notte è meno nera
Di nascosto in ogni gesto ti imploro
resta ancora qui con me per un momento
Te ne vai con un sorriso, resto solo
io e le parole che mi son tenuto dentro
Di nascosto in ogni gesto ti imploro
resta ancora qui con me per un momento
Te ne vai con un sorriso e non capisco
è passato così in fretta il nostro tempo
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4. |
Locomotiva Europa
04:44
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Locomotiva Europa a trecento all'ora su un binario morto
la storia è tramontata e il sol dell'avvenire
non è mai davvero sorto
Cosa ti spinge avanti? Sei venuta meno mille volte alla tua gente
Principessa d'Asia ti rapiva il toro
e nei secoli alla guerra fratricida hai condotto
i migliori figli del tuo ventre
Risuonava la tua terra un tempo del prezioso nome dei divini
Persefone splendente, il fanciullo ebbro
Mitra dell'oriente consacrato al sole
il giudeo di Nazareth che predicava amore
Il giubilo che scuote i milioni in un brivido
e inanella come perle i molti popoli al tuo collo
mi sembra sopravvivere ancora nell'attesa
di un calcio d'inizio, di un ciclo di ripresa
Comunità d'Europa tu non parli più nessuna delle tue lingue
e pratichi il commercio che di ognuna è il seme
in tempi più violenti ti han sognato i grandi
oggi la tua pace fa il rumore di catene
Ti sei fatta dei nemici all'ombra dei palazzi
nelle periferie in cui non porti ristoro
Le loro schiere si son fatte più compatte
ma un tempo hai popolato pure i sogni loro
Venne la stagione dell'abbondanza e non ha mantenuto le promesse
intanto tu sedotta dall'oceano immenso partivi in viaggio
dimentica dell'Est, cui devi il tuo lignaggio
Ti sei prodigata di deporre i figli tuoi nella prosperità
ma sa meglio la natura e ha sempre ribaltato
il tuo paradiso in calamità
Proliferano mostri, dove non posi mai lo sguardo volentieri
custodi dei deserti - il deserto ovunque cresce
Guai a coloro che lo celano nel petto
Non c'è Eracle al tuo fianco, non c'è più nessuno degli eroi di ieri
Sul tuo cielo soffia un brutto vento
sappi almeno questo
Locomotiva Europa a trecento all'ora su un binario morto
forse la storia avrà un sussulto e il sol dell'avvenire
è una speranza che non ci hanno ancora tolto
Rallenta la tua corsa per unire in un sol colore la tua gente
principessa di Sidone ti rapiva Giove
porgi oltre ai confini la tua mano e mostra ancora al mondo
una via di redenzione
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5. |
Melencolia
04:50
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Ti muovi fra volti nervosi attenti al tuo passo
fendi la notte sottile alla luce dei flash
Con l'aria assonnata e il vestito pulito e un po' corto
ti lasci alle spalle un pusher algerino
ed un cocktail bar
I saluti ti strappano pure il sorriso
Ti chiedi da quando stare insieme ha assunto i contorni del rito
coi suoi modi studiati, tutta quella teatralità
che un poco ti attira
ma ti ha anche allontanata
Ascolta: qualcuno lancia il guanto di sfida
qualche parola graziosa ti ha irriso
Stringi fra le dita la tua piccola felicità
FIno al giorno in cui non ci sarà più festa
avrai il volto terribile della verità
Porti i segni di mille sconfitte
ognuna una storia ad animar la tua corte
nascosta nel fumo del tè
Ti muovi i capelli guardandoti intorno
bere ti ha dato un momento di sobrietà
volto lo sguardo al cielo sei persa in stelle lontane
Costellazioni malconce sembrano disegnare la storia del mondo
Ti scuote il richiamo di voci eccitate e confuse
il dolore tuo ospite di un attimo fa ti ha lasciato
Mentre ti immergi di nuovo in chiacchiere e pettegolezzi
nuovi pensieri prendono il posto di quelli appena più vecchi
Fino al giorno in cui conoscerai cos'è il silenzio
avrà il tono inflessibile della verità
Porti i segni di mille sconfitte
ognuna una storia ad animar la tua corte
nascosta nel fumo del tè
Fare l'amore sarà poco meno di un gioco
per provare un attimo l'effetto che fa
sentirsi ancora pelle fiato corpo il ronzio di un sistema nervoso
veder riflessi nei suoi occhi i tuoi
un desiderio da poco
Possa un giorno diradarsi la nebbia del tè
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6. |
Il fuoco
03:16
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Non sei stata mai la stessa che alla luce del mattino
quel giorno di festa
dischiudevi labbra appena disegnate
ciglia scure come al sonno un tratto scosse
Se concederti era solamente il pegno di sconfitta
al gioco di una sfinge
È una misera consolazione ma prenderò la colpa
del silenzio che ci stringe
Covi ancora in fondo agli occhi tuoi il furore di quei giorni
o la vita li ha ubriacati di stanchezza?
Mi ricordi il loro abbaglio
mentre schiacci due maglioni e il tuo vestito nel bagaglio
Ora porti un lutto nuovo e sul tuo volto
si sono aperte rughe e qualche solco
sei ancora bella
Ciò che eri io l'ho perso nel momento di stupore in cui ti ho stretta in un abbraccio
Parti amica
hai seppellito i morti
dare ascolto ai sussurri del passato è cosa proibita
Io nei tuoi occhi ho visto il fuoco che ti consuma
mai la vita baderà ai tuoi affanni e ai tuoi guai
Col tuo tocco ho preso fuoco
oggi brucio nel ricordo e porta sottovento il fumo l'odore tuo
L'acre odore tuo soffoca i miei giorni
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7. |
Materasso
04:20
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Solo questo materasso regge ancora
il peso delle mie ovvietà
Sempre più duro a contatto con la realtà
Forse meglio le panchine di cemento
almeno quelle non mi inganneranno mai
Sempre più duro a contatto con la realtà
Rimanere lì sdraiato non ti servirà mai a niente
il solo sentirti più schiacciato
Come rimanere indifferente alle tue attenzioni
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8. |
Un saluto
05:28
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Avessi io un vascello una zattera per attraversare il mare
in cui nel naufragare ti si è frantumato il volto in una maschera
approderei come per caso un pomeriggio alla tua isola
mi guideresti per l'asperità delle sue sponde solitarie
e alzeremmo i calici a ogni crepa nelle mura del tuo carcere
piccola che sia
Di te cosa ci resta fuori da questa fantasia
Un'ombra un frammento non crederesti che un tempo si sia tenuta insieme
un pezzo di legno, è ferma la linfa delle tue vene
l'oracolo muto - noi tutti ad aspettare il segno che non verrà
Dovunque te ne vai in compagnia dell'affanno
almeno ti arrivi un saluto
Il libro che una volta mi hai prestato l'ho smarrito sui sedili di un 90
la sua rossa copertina logora ti ha leccato via il tabacco dalle dita
più assurda ancora la mia sbadataggine che non la tua memoria stanca
fra le pagine l'inglese si chiedeva quante volte ancora avremmo contemplato il plenilunio nella vita
Ma se questa notte alzi gli occhi al cielo cosa c'è per te
Un faro un alone un abbaglio la scarica di un nervo
per te che sei un pezzo di legno in balia dell'inverno
l'oracolo muto - noi tutti ad aspettare il segno che non verrà
Dovunque te ne vai in compagnia dell'affanno
almeno ti arrivi un saluto
Da tempo custodivi un mio segreto, non ho dubbi che tu l'abbia mantenuto
avevo diciott'anni un nuovo amore e tu solo l'hai saputo
Mi vedevi spettinato senza un soldo in tasca qualche idea confusa per la testa
la tua lucida, brillante, educata all'algebra ha immaginato chissà cosa del futuro che mi resta
Mi turbavo alle stranezze, i primi segni del male che ti ha colto
E nel volgere di una stagione eri già un ramo morto
l'oracolo muto - noi tutti ad aspettare il segno che non verrà
Dovunque te ne vai in compagnia dell'affanno
almeno ti arrivi un saluto
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Ver Rome, Italy
Chitarrista, musicista elettronico, cantante
In bilico fra canzoni intimiste, elettronica astratta e pop alternativo
Vivo a Roma
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